Estraniazione. Fotografie di un emigrante malcantonese in Argentina
9.9.2023
La mostra fotografica allestita dal Museo del Malcantone all’esterno del Maglio è parte integrante di un progetto articolato che ruota attorno alla famiglia di Santiago Righetti (1847–1908), emigrante malcantonese in Argentina, che prevede anche la produzione di un documentario e la realizzazione di una video performance di Lucía Riera e la pubblicazione di un libro della storica Cristina Boixadós, dell’Università nazionale di Córdoba (Argentina).
Il fortuito ritrovamento nel 2014 di oltre 500 lastre fotografiche in Argentina dà avvio a un lungo percorso di ricerca che ha condotto la storica Cristina Boixadós a riesumare le storie di migrazione della famiglia Righetti di Aranno. Le immagini selezionate raccontano le estraneità e le analogie tra la vita in Sud America e quella in Ticino, e sono state scattate da Pietro e Americo Righetti in parte in Argentina e in parte nel Malcantone, in occasione di alcuni viaggi nel loro paese d’origine (Aranno). Se le fotografie scattate in Argentina raccontano il successo imprenditoriale della famiglia e la vita confortevole nella terra d’emigrazione, quelle che ritraggono il Malcantone sono più intime e sono un modo per catturare sulla lastra emulsionata i luoghi cari, per poterli poi portare con sé in Argentina.
Le vicende migratorie della famiglia Righetti sono intrinsecamente legate a quelle dell’attività tramandata all’interno della famiglia da generazioni. Quella del fabbro. Nel 1860 Giuseppe Righetti riatta un mulino sul fiume Magliasina, in territorio di Miglieglia, e lo trasforma in maglio a leva, l’ultimo tuttora esistente in Svizzera. Deceduto a 64 anni nel 1868, l’anno seguente i suoi figli, ancora minorenni, decidono di seguire la nuova ondata migratoria verso l’Argentina.
La storia più conosciuta è quella del figlio maggiore Giacomo, detto Santiago, che avvia un’industria metallurgica che all’inizio del Novecento dà lavoro fino a 90 operai ed è la più fiorente dell’Argentina. Matteo e Pietro, invece, si dedicano a un’altra specializzazione dei malcantonesi: il lavoro del gesso e l’arte dello stucco.
Il fortuito ritrovamento nel 2014 di oltre 500 lastre fotografiche in Argentina dà avvio a un lungo percorso di ricerca che ha condotto la storica Cristina Boixadós a riesumare le storie di migrazione della famiglia Righetti di Aranno. Le immagini selezionate raccontano le estraneità e le analogie tra la vita in Sud America e quella in Ticino, e sono state scattate da Pietro e Americo Righetti in parte in Argentina e in parte nel Malcantone, in occasione di alcuni viaggi nel loro paese d’origine (Aranno). Se le fotografie scattate in Argentina raccontano il successo imprenditoriale della famiglia e la vita confortevole nella terra d’emigrazione, quelle che ritraggono il Malcantone sono più intime e sono un modo per catturare sulla lastra emulsionata i luoghi cari, per poterli poi portare con sé in Argentina.
Le vicende migratorie della famiglia Righetti sono intrinsecamente legate a quelle dell’attività tramandata all’interno della famiglia da generazioni. Quella del fabbro. Nel 1860 Giuseppe Righetti riatta un mulino sul fiume Magliasina, in territorio di Miglieglia, e lo trasforma in maglio a leva, l’ultimo tuttora esistente in Svizzera. Deceduto a 64 anni nel 1868, l’anno seguente i suoi figli, ancora minorenni, decidono di seguire la nuova ondata migratoria verso l’Argentina.
La storia più conosciuta è quella del figlio maggiore Giacomo, detto Santiago, che avvia un’industria metallurgica che all’inizio del Novecento dà lavoro fino a 90 operai ed è la più fiorente dell’Argentina. Matteo e Pietro, invece, si dedicano a un’altra specializzazione dei malcantonesi: il lavoro del gesso e l’arte dello stucco.